La transizione da Boogie a Garage Sound

Il boogie è anche importante perché in un certo senso alcune delle sue produzioni sono considerate come i progenitori della soulful house music.

La transizione da Boogie a Garage Sound

Bozza di un estratto di un sotto-paragrafo del libro in scrittura

Il boogie è anche importante perché in un certo senso alcune delle sue produzioni sono considerate come i progenitori della soulful house music: ad esempio l'output della carriera dei produttori boogie più legati alla disco ha contribuito alla creazione delle tracce che furono di successo al Paradise Garage che a sua volta furono la prima interessante derrata musicale che si trasformò in proto-house music.

Si pensi ad esempio al famoso brano di Chaka Khan "Ain't Nobody" il quale fu remixato verso il 1985 da diversi produttori e che fu reso irreperibile in un vinile che conteneva diverse versioni Proto House (1989 Remix Version, Warner Bros). Per citare un altro esempio, nel 1983 uscì un mini album la cui produzione fu diretta dal DJ Larry Levan che si avvalse della collaborazione di artisti di carriera come Sly Dunbar, Robbie Shakespeare, Gabri Wally Badarou e Daryl Thompson, tutte figure prominenti nel mercato internazionale underground, basta ricordare Language Barrier di Sly & Robbie e l'iconica traccia "Get To This, Get To That"(1985), successo tra i B-Boys di mezzo mondo e che fu prodotta tra l'altro anche da Bernie Worrell di provenienza Parliament-Funkadelic.

Questo album portò un enorme contributo al nascente movimento della house music perché univa un arrangiamento ed una struttura armonica molto più vicini al boogie che agli accordi e le melodie più innovativi che già alcuni pezzi House—come ad esempio "You Don't Know" dei Serious Intention per citarne giusto uno—mostravano di avere.

La convivenza di elementi musicali legati alle melodia tradizionali soul/funk con un nuovo karma ritmico ispirato alla ripetizione continua di un beat incessante per oltre sei minuti conferiva a questa nuova musica un nuovo modello espressivo che conquistò il mondo.

Mi è sempre risultato difficile pensare a repentini cambiamenti di genere musicale che dal giorno alla notte deludono intere generazioni lasciando delusi gli amatori agli appassionati dei generi musicali in declino. Per chi infatti come me ha lavorato con DJ professionisti dai primi anni ottanta e che ha condotto questa onorevole professione dalla seconda parte degli anni ottanta, non è stato difficile notare la pubblicazione di singoli che vennero poi inseriti in una marea di raccolte su vinile durante i primi anni novanta e che, sia si riferissero al boogie pubblicato tra il 1979 il 1983 che alla prima soulful house-music pubblicata nel periodo successivo, mostravano una certa similarità di stile e di genere. Ad esempio la pubblicazione della serie "Movin' On" edita su Rumour Records dal 1991 in poi e pubblicazione di alcune raccolte della collana dei Classic Mastercuts, contenevano pezzi che somigliavano gli uni agli altri.

Nella raccolta Classic Groove troviamo "Number One" di Patrice Rushen che nonostante la sua appartenenza al genere boogie ed alla sua parentela con la musica disco-funk della fine degli anni '70 suona molto vicino alle produzioni proto-soulful house dei brani contenuti in Movin'On (Volume 1, 2 e 3). Per esempio "Girl Overboard" (Movin' On volume 3) è un brano che risiedeva nell'ambito dell'acid jazz, ma che funzionava benissimo anche nei warm-up di soulful House—lo ascoltai in un programma musicale nei primi anni novanta alla Mucca Assassina di Roma!!—oltre che ad essere in relazione con il soulful boogie del periodo precedente al 1983.